La
vita religiosa e la stessa storia di Santa Maria a Monte pongono in
rilievo la figura della Beata Diana che ha lasciato un segno forte nella
vita di questa comunità: ne sono prova, infatti, la devozione da cui è
circondata, l’amore e l’attenzione per lei ancora vivi e palpabili.
Furono questi i motivi che spinsero la Congregazione a lei intitolata ad
avviare, in preparazione ai festeggiamenti programmati per l’Anno Santo
2000, una ricerca che permettesse di dare una maggior consistenza alla
devozione popolare mediante radici più solide sotto il profilo
scientifico; si volle, cioè, eliminare per quanto possibile gli elementi
leggendari per portare alla luce la vera personalità di Diana, in modo
che divenisse più facile e concreto confrontarsi, a livello di fede, con
una donna che, nonostante il passare del tempo propone un messaggio
ancora attuale.
La ricerca ha evidenziato le caratteristiche specifiche della vita di
Diana rendendo attuale il messaggio che proviene dalla testimonianza
della sua vita, vissuta in coerenza con la fede da lei professata e resa
viva dall’interesse suscitato nei suoi contemporanei.
Diana fu una giovane vissuta tra la fine del Duecento e i primi anni del
Trecento che scelse di vivere in povertà e dedita ad una vita
contemplativa.
Alcuni dati ci confermano le sue scelte: i denti poco usurati, segno di
una alimentazione povera, più umile di quella dei suoi contemporanei;
l’ispessimento della cute delle ginocchia che ci induce a pensarla
genuflessa a lungo in preghiera e, soprattutto, l’assenza dei segni del
parto nelle ossa del bacino che confermano una vocazione alla verginità.
Diana morì giovane, tra i 20 e i 30 anni e la mummificazione naturale
che le sue spoglie hanno subito, mostra come non sia mai stata sepolta
secondo l’usanza del tempo, segno di una devozione iniziata subito dopo
la morte.
Tutto ciò trova conferma nell’esistenza già nel 1373 di un ospedale
dedicato alla Beata Diana che va ad accrescere l’idea che questa donna
riempisse la propria vita di carità autentica verso i più poveri.
Le spoglie della Beata Diana sono conservate in un’urna di vetro con
intelaiatura di legno dorato, riccamente scolpita, posta in un loculo a
fianco dell’altare nella Collegiata di San Giovanni.
Il reliquiario della Beata Diana è una teca di forma trapezoidale
incorniciata da una fascia intagliata a volute, fiori e foglie ornata
agli spigoli da teste di Cherubini. Al centro del lato maggiore una
testa di cherubino tra due angeli recanti l'uno una ghirlanda e l'altro
una croce ed un ramo fiorito sormonta un cartiglio con su scritto "Beata
Diana Giuntini". L'urna fu fabbricata nel 1695 per dare una più decorosa
sistemazione al corpo della Beata, che prima era conservato in una più
semplice urna del XV secolo. Sopra ad essa, sulla parete, una tela più
volte ritoccata e quindi di difficile datazione, probabilmente
seicentesca, raffigura la Beata in un tripudio di angeli. Prima dei
restauri degli anni '70 l'urna si trovava sul presbiterio, collocata
sopra l'altare che è ora nella cappella del Santissimo Sacramento. La
scultura, creata da Nello Bini, e donata alla chiesa nel 1991
rappresenta una giovane che sparge fiori forse un richiamo al miracolo
più conosciuto e tramandato dalla tradizione locale.
I festeggiamenti in suo onore hanno inizio con il Vespro della Domenica
di Pasqua a cui segue l’apertura dell’urna e hanno termine con il canto
del Te Deum il Mercoledì successivo.
Culmine delle celebrazioni si ha il Lunedì pomeriggio con la Processione
detta “delle Paniere”. Questa parte da Fondo Costa, per terminare in
Collegiata, con ragazze che portano paniere fiorite in testa, ricordando
le loro compagne che in tempi più remoti portavano in capo il recipiente
dell’olio per la lampada che arde di continuo davanti alla Beata. Ogni
paniera proviene da una zona differente portata da una ragazza
accompagnata da un cavaliere.
Anche il giorno dopo, Martedì, una processione ha inizio dalla parte di
San Dalmazio e questa volta le ragazze portano ceri in onore della
Beata.
Nell'anno 1999/2000 la Congregazione della Beata Diana Giuntini da S.
Maria a Monte si è preoccupata di far restaurare l'urna - reliquiario
della Beata, il loculo in cui è deposta nella Chiesa di S. Giovanni
Apostolo ed Evangelista e le vesti antiche della Beata stessa. Sono
stati fatti più esami sul corpo della Beata Diana come la TAC o
l'autopsia per cercare di avere più informazioni su questa nostra Santa.
I risultati di queste analisi comprensive di foto e descrizione sono
disponibili in un libro che si può liberamente acquistare a prezzo
modesto. Questo libro viene venduto nel periodo delle feste delle Beata
Diana Giuntini (cioè dal pomeriggio della Domenica di Pasqua fino al
Mercoledì dopo Pasqua) all'interno dell'Insigne Collegiata di S.
Giovanni a S. Maria a Monte. Per ulteriori informazioni potete scrivere
al nostro indirizzo e-mail.
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